Antonio Taormina

Brain Holder

Antonio Taormina

“Lavoro culturale e occupazione”: un’anteprima

24 Set 17:30 – 18:30Sede:Sala Galmozzi

L’evoluzione del lavoro culturale, alla luce delle trasformazioni socio-economiche in atto, che investono il ruolo stesso della cultura, il sistema produttivo dei settori culturali e creativi, le modalità di fruizione, le figure professionali e dunque le competenze necessarie per affrontare le nuove sfide quali la transizione digitale, sono i temi analizzati da punti di vista complementari in un volume di prossima uscita.


Partecipazione in presenza

Conduce
Cristina Loglio, esperta in Politiche Europee per la Cultura

Intervengono
Alessandra Carbonaro, Membro VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione), Camera dei Deputati
Francesco De Biase, Dirigente dell’Area Attività Culturali, Comune di Torino
Antonio Lampis, Dirigente alla Ripartizione Cultura Italiana, Provincia autonoma di Bolzano
Antonio Taormina, Curatore del volume 

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Sardegna: a Neoneli il Festival Licanias dedicato a “Imagine” di John Lennon 26-29 agosto 2021

Per scaricare il programma generale del Festival: https://www.licanias.it/
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Rapporto di Symbola “Io Sono Cultura 2017”: presentazione a Bologna il 14 novembre

 

Programma nuovo

 

Comunicato Stampa

La cultura è uno dei motori trainanti dell’economia italiana, uno dei fattori che più alimentano la qualità e la competitività del made in Italy. Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo, fatto da imprese, PA e non profit, genera 89,9 miliardi di euro e ‘attiva’ altri settori dell’economia, arrivando a muovere nell’insieme 250 miliardi, equivalenti al 16,7% del valore aggiunto nazionale. Un dato comprensivo del valore prodotto dalle filiere del settore, ma anche di quella parte dell’economia che beneficia di cultura e creatività e che da queste viene stimolata, a cominciare dal turismo. Una ricchezza che si riflette in positivo anche sull’occupazione: il solo Sistema Produttivo Culturale e Creativo dà lavoro a 1,5 milioni di persone (quasi 22mila unità in più del 2015), che rappresentano il 6% del totale degli occupati in Italia.
Nel complesso quello produttivo culturale e creativo è un sistema con il segno più: nel 2016 ha prodotto un valore aggiunto superiore rispetto all’anno precedente (+1,8%), sostenuto da un analogo aumento dell’occupazione (+1,5%). Crescite lievemente superiori a quelle relative al complesso dell’economia (+1,5% di valore aggiunto e +1,3% di occupazione).

È quanto emerge dal Rapporto 2017  presentato il 28 giugno 2017 a Roma alla presenza del ministro Dario Franceschini e del Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, dal Segretario Generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli, dal Presidente di Symbola Ermete Realacci e dal presidente di Unioncamere Ivan Lo Bello. L’unico studio in Italia che, annualmente, quantifica il peso della cultura e della creatività nell’economia nazionale. I numeri dimostrano senza ombra di dubbio che la cultura è uno dei motori della nostra economia e della ripresa.
Arrivato alla settima edizione, lo studio propone numeri e storie ed è realizzato grazie al contributo di circa 40 personalità di punta nei diversi settori, alla partnership con Fondazione Fitzcarraldo e Si.Camera e con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Dall’analisi emerge con chiarezza quanto il ‘sistema Italia’ debba a cultura e creatività: il 6% della ricchezza prodotta in Italia, nel 2016, pari a
89,9 miliardi di euro. Ma non finisce qui: perché il Sistema Produttivo Culturale e Creativo (SPCC) ha un effetto moltiplicatore sul resto dell’economia pari a 1,8. In altre parole, per ogni euro prodotto dal SPCC, se ne attivano 1,8 in altri settori. Gli 89,9 miliardi, quindi, ne ‘stimolano’ altri 160, per arrivare a quei 250 miliardi prodotti dall’intera filiera culturale, il 16,7% del valore aggiunto nazionale, col turismo come principale beneficiario di questo effetto volano. Più di un terzo della spesa turistica nazionale, esattamente il 37,9%, è attivata proprio dalla cultura e dalla creatività.
Per ragioni relative alla conservazione dell’identità e al rilancio dell’economa turistica, è assolutamente rilevante il fatto che, per i prossimi 10 anni, l’intera quota dedicata alla conservazione dei beni culturali dell’8 per mille destinato allo Stato sarà utilizzata per interventi di ricostruzione e restauro del patrimonio culturale nelle aree colpite dai terremoti del Centro Italia.
E del fattore strategico ‘cultura’ sembra aver preso maggiore coscienza anche l’Unione Europea: in quest’ottica va letto l’impegno del Parlamento Europeo per l’istituzione del Fondo di garanzia sui prestiti, che attribuisce 122 milioni di euro a intermediari selezionati dal Fondo Europeo per gli investimenti, per consentire ai soggetti dei settori culturale, creativo e audiovisivo di accedere a finanziamenti a tassi interessanti e senza ricorrere a garanzie personali.

“Cultura e creatività sono la chiave di volta in tutti i settori produttivi di un’Italia che fa l’Italia – commenta Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola -. Consolidano la missione del nostro Paese orientata alla qualità e all’innovazione: un soft power che attraversa prodotti e territori, un prezioso biglietto da visita. Una forma di diplomazia economica, nel quadro di quella che si sta configurando come la nuova Via della seta tra Oriente e Occidente. Un’infrastruttura necessaria anche per affrontare le sfide che abbiamo davanti: uno sviluppo a misura d’uomo, le migrazioni, la lotta al terrorismo, i mutamenti climatici. L’intelligenza umana è infatti la fonte di energia più rinnovabile e meno inquinante che c’è. Se l’Italia produce valore e lavoro puntando sulla cultura e sulla bellezza aiuta il futuro”.

“La cultura è una ricchezza straordinaria da tutelare e conservare ma anche un asset dello sviluppo produttivo su cui puntare”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello. “Ciò vale ancor più oggi, con la rivoluzione tecnologica in atto. Il mondo che affronteremo nei prossimi anni sarà guidato da una serie di trasformazioni radicali concentrate soprattutto nella sfera del lavoro e delle competenze. Solo puntando sulla creatività possiamo affrontare questa rivoluzione nel migliore dei modi. I dati mostrano che chi opera nel campo delle professioni culturali e creative possiede un più alto livello d’istruzione (il 40,9% degli occupati è laureato contro il 20,0% negli altri settori) e ottiene un reddito da lavoro circa il 15% più alto di quanto avviene mediamente. Puntare sulla cultura e sulla creatività significa, quindi, puntare su competenze in grado di affrontare la stagione dell’Industria 4.0”.

Art bonus
Il trend positivo del sistema culturale è stato favorito anche dall’Art Bonus, il credito d’imposta introdotto nel 2014 grazie al quale sono nati 5.216 mecenati che nell’insieme hanno donato 123 milioni di euro. Una misura che sta contribuendo ad un avvicinamento potenzialmente dirompente tra patrimonio storico artistico e forze della società.

Cosa si intende per Sistema Produttivo Culturale e Creativo
Questa analisi scandaglia il Sistema Produttivo Culturale e Creativo ovvero tutte quelle attività economiche che producono beni e servizi culturali, ma anche tutte quelle attività che non producono beni o servizi strettamente culturali, ma che utilizzano la cultura come input per accrescere il valore simbolico dei prodotti, quindi la loro competitività, che nello studio definiamo creative-driven. Il sistema produttivo culturale si articola in 5 macro settori: industrie creative (architettura, comunicazione, design), industrie culturali propriamente dette (cinema, editoria, videogiochi, software, musica e stampa), patrimonio storico-artistico (musei, biblioteche, archivi, siti archeologici e monumenti storici), performing arts e arti visive a cui si aggiungono le imprese creative-driven (imprese non direttamente riconducibili al settore ma che impiegano in maniera strutturale professioni culturali e creative, come la manifattura evoluta e l’artigianato artistico). Dal mobile alla nautica, larga parte della capacità del made in Italy di competere nel mondo sarebbe impensabile senza il legame con il design, con le industrie culturali e creative.

I settori, i trend 
Le industrie culturali producono, da sole, oltre 33 miliardi di euro di valore aggiunto, ovvero il 37,1% della ricchezza generata dal SPCC, dando lavoro a 492mila persone (32,9% del settore). Contributo importante anche dalle industrie creative, capaci di produrre 12,9 miliardi di valore aggiunto (il 14,4% del totale del comparto), grazie all’impiego di 253mila addetti (16,9%). Performing arts e arti visive generano invece 7,2 miliardi di euro di ricchezza e 129mila posti di lavoro;a conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico si devono quasi 3 miliardi di euro di valore aggiunto e oltre 53mila addetti. A questi quattro ambiti, che rappresentano il cuore delle attività culturali e creative, si aggiungono i rilevanti risultati delle attività creative-driven: 33,5 miliardi di euro di valore aggiunto (il 37,2% dell’intero sistema culturale e creativo) e 568mila addetti (38% del totale del sistema culturale e creativo).
Guardando alla dinamica dei settori, il dato eclatante è che, a differenza del quinquennio precedente, tutti i segmenti registrano bilanci positivi, sia in termini di valore aggiunto che di occupazione. Le performance più rilevanti rimangono connesse ai segmenti che già negli ultimi cinque anni avevano mostrato segnali positivi, come il design (+2,5% per valore aggiunto e +1,9% per occupazione), i videogame (+2,5% per il valore aggiunto e +1,7% per occupazione) e la produzione creative-driven (+1,7% per valore aggiunto e +1,5% per occupazione). Pur restando il talento il cuore di tutti questi settori, al dinamismo descritto ha contribuito anche il significativo incremento dei livelli di istruzione richiesti alle professioni culturali e creative. Tra il 2011 e il 2016 coloro che operano nel Sistema Produttivo Culturale e Creativo e sono in possesso di una laurea sono aumentati dal 33 al 41%: valore nettamente superiore al resto dell’economia, in cui si è registrato un incremento inferiore a 3 punti percentuali (dal 17 al 20%). Segno che il comparto ha individuato anche nella crescita delle competenze una delle risposte alla crisi che ha investito orizzontalmente tutti i settori, in particolar modo quelli legati al Core cultura.

Le imprese
Sulla base dei dati del Registro delle Imprese delle Camere di commercio il Sistema Produttivo Culturale e Creativo italiano conta a fine 2016 413.752 imprese, che incidono per il 6,8% sul totale delle attività economiche del Paese. In particolare, le imprese che operano nei settori del Core Cultura, direttamente collegate alle attività culturali e creative, sono 289.112, a cui va ad aggiungersi la componente creative- driven, dove confluiscono tutte le attività economiche non strettamente riconducibili alla dimensione culturale ma caratterizzate da strette sinergie con il settore (124.640 imprese).
La gran parte delle imprese del Core Cultura, oltre una impresa su tre, assume la forma di ditta individuale (98.474 imprese, pari ad un incidenza del 34,1%). Le società di capitale raccolgono circa il 27% delle attività, con punte che superano addirittura il 50% tra le attività che si occupano della produzione di contenuti audiovisivi e le attività di videogiochi e software. Le società di capitale sono diffuse anche tra le imprese del patrimonio storico-artistico (il 31,9% del totale). In tale ambito, risaltano anche le “altre forme”, con un peso non trascurabile delle cooperative (9,9%). Queste ultime, in particolare, che rappresentano complessivamente il 2,0% delle imprese del Core Cultura, costituiscono addirittura quasi il 36% delle attività economiche nell’ambito delle performing arts e arti visive.
Le imprese femminili sono particolarmente presenti nel sistema cultura: sono, infatti, ben 52.145, pari al 18% delle imprese del Core Cultura. Più di una impresa femminile su due si concentra nell’editoria (il 55%), cui segue, a distanza, il comparto della comunicazione (18,6%).
Per quanto attiene alle imprese giovanili, queste rappresentano l’8% della componente Core Cultura. Anche in tal caso risaltano, in primo luogo, l’editoria, che racchiude oltre il 40% delle imprese “under 35”, e a seguire il comparto della comunicazione (con il 18,8%).
Hanno un’incidenza minore, ma non per questo trascurabile, le imprese condotte da stranieri, che a fine 2016 costituiscono il 3,8% del totale delle imprese del Core cultura.
Geografia della cultura
La provincia di Roma, con il 10%, è al primo posto in Italia per incidenza del valore aggiunto del Sistema Produttivo Culturale e Creativo sul totale dell’economia. Seconda Milano (con il 9,9%), terza Torino, attestata sulla soglia dell’8,6%. Seguono Siena (8,2%), Arezzo (7,6%) e Firenze (7,1%). E ancora: Aosta, attestata al 6,9%, Ancona (6,8%), Bologna e Modena, entrambe al 6,6%.
In termini di occupazione, la leadership per incidenza dei posti di lavoro sul totale dell’economia è da attribuire a Milano, attestata al 10,1%. Al ridosso si collocano Roma (8,7%), Arezzo (8,6%%), Torino (8,2%), Firenze (7,6%), Modena Bologna e Trieste (tutte e tre al 7,5%), Monza-Brianza ( 7,3%) e Aosta (7,2%).
Quanto alle macroaree geografiche, è il Centro a fare la parte del leone: qui, la cultura e la creatività producono il 7,4% del valore aggiunto. Seguono, da vicino, il Nord-Ovest (6,8%) e il Nord-Est, la cui incidenza si attesta al 5,5%. Il Mezzogiorno, ricco di giacimenti culturali e un patrimonio storico e artistico di primo ordine a livello mondiale, non riesce ancora a tradurre tutto ciò in ricchezza; solo il 4,1% del valore aggiunto prodotto dal territorio è da ascrivere alla cultura, il che rappresenta un problema ma allo stesso tempo un’opportunità di rilancio, su cui siamo obbligati a investire nei prossimi anni. Dinamiche simili si riscontrano per l’occupazione, con il Nord-Est che, in questo caso, mostra una performance leggermente migliore di quella del Nord-ovest.
A livello regionale, il peso delle grandi aree metropolitane a specializzazione culturale e creativa si fa sentire. Il Lazio si colloca primo (8,9%) seguito dalla Lombardia (7,2%). Dopo la Valle d’Aosta, troviamo il Piemonte (6,7%) e le Marche (6,0%). Sul fronte dell’occupazione, i primi quattro posti sono ripetuti nell’ordine: primo è il Lazio (7,8%), seguito da Lombardia, Valle d’Aosta e Piemonte. La quinta piazza, in questo caso, è occupata dall’Emilia Romagna (6,5%).

 

E il pubblico chi lo fa? incontri sulla formazione del pubblico a Bologna e Milano

foto di Altre Velocità.

Giovedì 26 ottobre dalle ore 14:30 alle ore 19:00

E il pubblico chi lo fa?

Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna 

Via delle Donzelle, 2, 40126 Bologna

E il pubblico chi lo fa?
Una inchiesta sulla formazione del pubblico tra buone pratiche, crescere spettatori e acrobazie critiche
a cura di Altre Velocità, ateatro e Stratagemmi Prospettive TeatraliDue giorni di lavoro a Bologna e Milano per raccogliere e mettere in rete pratiche, strumenti e progetti di audience development inteso come formazione del pubblico, in vista di un’inchiesta su scala nazionale a partire da Emilia Romagna e Lombardia attorno all’educazione dello sguardo e con il coordinamento scientifico dei ricercatori dell’Università di Urbino Carlo Bo.
I due momenti di incontro sono aperti al pubblico e invitano teatri, compagnie e artisti di queste regioni a intervenire presentando i loro progetti.
Le giornate incrociano le esperienze pluriennali di tre redazioni: Altre Velocità e il progetto Crescere spettatori, sostenuto dal MiBACT nel triennio 15/17; ateatro e i percorsi di Passioni e saperi. Buone pratiche, incontri e strumenti per lo spettacolo; Stratagemmi Prospettive Teatrali con in particolare il progetto Acrobazie critiche e Sal8 teatrale, sostenuti da Fondazione Cariplo.
Bologna, 26 ottobre 2017
Auditorium della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
via delle Donzelle 2, Bologna14:30 – 16.00
Presentazione Crescere spettatori, rivista a cura di Altre Velocità con il sostegno di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Intervengono Maura Pozzati (consigliera FdM), Federico Mazzoleni (disegnatore), Nicola Borghesi (Kepler – 452); con i docenti Francesco Genovesi, Angela Pesce, Giovanna Renzi, Giulia Silvestri, Daniela Zani

16:15 – 18:45
Inchiesta sulla formazione del pubblico. Partecipano Laura Gemini e Stefano Brilli (Università di Urbino), Antonio Taormina (Università di Bologna), Gianni Cottafavi (Regione Er) e Massimo Marino (critico teatrale). Illustrano le loro pratiche compagnie e teatri della regione Emilia-Romagna.

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Non Riservato
via Marsala 8, Milano

15.00 – 15.30
Inchiesta sulla formazione del pubblico: presentazione a cura di Laura Gemini e Stefano Brilli (Università di Urbino).

15.30 – 17.30
Le compagnie e i teatri della Lombardia illustrano le loro pratiche di formazione del pubblico attraverso la compilazione live del questionario.

17.30 – 19.00
Le pratiche di audience development in Lombardia: ne discutono Alessandro Bollo (Polo del 900 di Torino), Francesco De Biase (Comune di Torino), Roberto Canziani (critico e docente), Cristina Da Milano (Engageaudicens.eu).
A seguire, spritz development, ovvero l’aperitivo e la formazione dello spettatore.

“Lennon 1960-1965. Non solo With The Beatles” in mostra Lennon scrittore. Bologna, Palazzo Fava 27 settembre

Nell’ambito della mostra Astrid Kirchherr with The Beatles –

“John Lennon 1960-1965: non solo With the Beatles”

(mostra bibliografica)

a cura di Donatella Franzoni e Antonio Taormina

Nel giugno 1965 John Lennon, invitato nel programma televisivo della BBC Tonight per parlare della sua attività di scrittore, dichiarò: “Ho cominciato a scrivere molto tempo prima di essere un artista pop e un Beatle, prima ancora di avere una chitarra. La chitarra è venuta per seconda”.

Il debutto di Lennon come scrittore avvenne il 23 marzo 1964  con In His Own Write, che ottenne un grande successo di pubblico e fu accolto con favore anche dalla critica letteraria più autorevole. Nel 1965 uscì A Spaniard In The Works, secondo e ultimo dei suoi libri pubblicati in vita (ne usciranno postumi altri due).

I due libri raccolgono brevi racconti, poesie e disegni dello stesso Lennon, che si rifanno alla grande tradizione del nonsense inglese, da Carroll a Lear, ma riecheggiano (nel secondo in particolare) anche Joyce e Thurber. Nelle pagine di John si fondono la sua innata vocazione verso un umorismo spesso sarcastico, talvolta dissacrante, il gusto per la parodia, divertite scorrerie linguistiche, una vena poetica e un lirismo rivelatori della sua più intima natura.

L’attività letteraria confluita nei due libri lo vede coinvolto, di fatto, tra il 1960 e il 1965, il periodo dell’ascesa dei Beatles e dell’esplosione della Beatlemania, straordinariamente fissato dalle foto di Astrid Kirchherr proposte nella mostra With The Beatles.

Il Lennon autore di canzoni per i Beatles di quegli anni è molto distante dal Lennon scrittore e poeta; solo successivamente la sua vena letteraria confluirà nelle canzoni (in questo influenzato da Dylan, come ebbe a dire) in coincidenza con l’avvio della sua produzione in seno al gruppo più ispirata e innovativa.

Da queste premesse nasce la mostra bibliografica John Lennon 1960-1965: non solo “With the Beatles”, a cura di Donatella Franzoni e Antonio Taormina, che sono anche traduttori e curatori di due edizioni italiane dei due volumi, In His Own Write e A Spaniard In The Works (raccolti in un’unica pubblicazione), l’ultima delle quali è stata pubblicata nel 2016 con il titolo Immagina, per la casa editrice Il Saggiatore. I due curatori, che sono tra i maggiori esperti della produzione letteraria di Lennon, propongono le prime edizioni dei due volumi nelle versioni originali e nelle diverse traduzioni (dal russo al giapponese, Lennon è stato tradotto in oltre 20 lingue), e altri documenti a essi attinenti, accompagnati da filmati d’epoca in cui lo stesso autore legge alcuni dei suoi brani. La mostra, che presenta anche materiali mai esposti in Italia – alcuni sono vere e proprie rarità –, rivela un aspetto poco conosciuto ma fondamentale nel percorso artistico di Lennon, che fu anche attore, disegnatore, video-maker, autore teatrale, ideatore con Yoko Ono di storiche performance –  oltre che protagonista della storia della musica.

 

L’arte e la poesia di John Lennon al Poesia Festival ’17

Gli eventi conclusivi del Poesia Festival ’17, previsti per domenica 24 settembre alla Rocca Rangoni di Spilamberto (in caso di pioggia al Teatro Ermanno Fabbri di Vignola) sono dedicati a una delle figure che più hanno segnato l’immaginario collettivo del Novecento, John Lennon.  Componente dei Beatles, tra i protagonisti della storia della musica, Lennon fu anche scrittore; un aspetto poco conosciuto ma fondamentale nel suo percorso artistico.   

Il Programma:
24/9/17 | Spilamberto Rocca Rangoni
ore 16.30
– John Lennon. La musica, l’arte, la poesia –
presentazione di: “Immagina. Racconti, disegni e sogni di un genio” edizione italiana di “In His Own Write” e “A Spaniard in the Works” di John Lennon.
Conversazione con il curatore ANTONIO TAORMINA e il giornalista di La Repubblica MICHELE SMARGIASSI. Introduce ROBERTO ALPEROLI

ore 17.30
– Immagina John Lennon poeta e scrittore –
Lettura scenica di LINO GUANCIALE, NICOLA BORTOLOTTI, MICHELE DELL’UTRI, SIMONE FRANCIA, DIANA MANEA, EUGENIO PAPALIA, DONATELLA ALLEGRO e SIMONE TANGOLO.
Testi tratti da “Immagina”, traduzione e adattamento italiano di DONATELLA FRANZONI e ANTONIO TAORMINA (ed. Il Saggiatore, 2016).

ore 20.00 THE BEATBOX in concerto

Leggi il programma completo di Poesia Festival ’17 e scopri i poeti e gli artisti ospiti di questa tredicesima edizione.

 

presentato il programma del Poesia Festival 2017 (18-24 settembre, Unione Terre di Castelli)

Quando: dal 18 al 24 settembre 2017
Dove: Unione Terre di Castelli – (Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Marano sul Panaro, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Vignola, Zocca e Guiglia) e il comune di Castelfranco Emilia
per consultare il programma completo clicca qui
DA WILLEM VAN TOORN A GUCCINI, DA CACCIARI A MORGAN, DALLA VALDUGA A MUBURUTU, DA GRIMINELLI ALLA LAMARQUE: ECCO POESIA FESTIVAL 2017
Dal 18 al 24 settembre la poesia sarà protagonista nei borghi antichi di nove comuni modenesi.

Grandi autori, capeggiati dall’ospite straniero Willem Van Toorn, e giovani promesse testimonieranno la grande vitalità della poesia oggi. Insieme a loro, per citarne solo alcuni, Patrizia Valduga, Gianni D’Elia, Vivian Lamarque, Roberto Mussapi, Francesco Scarabicchi, Nino De Vita. Saliranno sui palchi anche artisti del calibro di Guccini, Griminelli e Morgan, mentre la giornata conclusiva sarà dedicata a John Lennon, per oltre 30 eventi in sette giorni, tutti gratuiti.  

                       Ancora una volta il Poesia Festival invaderà pacificamente la provincia modenese che si adagia ai piedi del primo Appennino con la sua tredicesima edizione. Dal 18 al 24 settembre nove comuni saranno lo scenario per l’ormai tradizionale rassegna d’inizio autunno dedicata alla poesia e alle sue contaminazioni con le altri arti. Un coro di voci diverse che testimoniano quanto la poesia sia uno strumento prezioso e malleabile, in grado di parlare alle donne e agli uomini del nostro tempo.

I poeti Patrizia Valduga, Willem Van Toorn, Vivian LamarqueGianni D’EliaRoberto MussapiFrancesco ScarabicchiSilvia BreRosita CopioliNino De VitaFranco Arminio, artisti come Francesco GucciniMorganAndrea GriminelliElisabetta PozziWillie Peyote o grandi intellettuali come Massimo Cacciari e Sergio Zavoli concorreranno a dar voce al nostro tempo in una cornice che è uno dei grandi repertori di bellezza, arte, gastronomia ed eccellenze produttive del nostro Paese.

Ad accendere le luci dei nove comuni modenesi coinvolti nel festival, mercoledì 20 settembre alle ore 21 al Teatro Fabbri di Vignola, una grande inaugurazione con la poetessa Patrizia Valduga che leggerà i suoi versi estrosi e multiformi; a seguire la lezione magistrale del filosofo Massimo Cacciariche rifletterà a tutto tondo sui rapporti tra la poesia e le altre arti; chiuderà la serata il concerto di uno dei flautisti più celebrati del mondo, Andrea Griminelli, accompagnato dal chitarrista Andrea Candeli.

Poi toccherà alla canzone d’autore e al rap “d’autore” raccontare il fil rouge con la poesia; lo faranno Francesco Guccini e Muburutu, il rapper più letterario d’Italia, sempre venerdì 22 settembre a Castelfranco Emilia alle ore 21. Linguaggi diversi, tra tradizione e innovazione, alla ricerca di nuovi ritmi e stili che cercheranno di fare il punto sul rapporto fra poesia a musica oggi. Ancora rap, questa volta più cinico e ironico, con il concerto di Willie Peyoteprevisto sabato 23 settembre a Castelnuovo Rangone.

Il rapporto fra la musica e la parola sarà protagonista anche nella domenica conclusiva del festival, dedicata a “John Lennon. La musica, l’arte, la poesia”. Si parte al pomeriggio con la conversazione fra il giornalista di Repubblica Michele Smargiassi e Antonio Taormina, curatore dell’antologia di scritti di John Lennon “Immagina” che raccoglie brani di prosa, poesia e disegni tratti dagli unici due libri pubblicati in vita da John Lennon, scritti mentre i Beatles stava diventando un fenomeno culturale planetaria. A seguire, il gruppo di attori che da anni accompagna Claudio Longhi farà una lettura scenica tratta da “Immagina”, dando vita a un mondo fantastico, grottesco, a volte malinconico, capace di accendersi di rabbia e tenerezza e di lasciarsi contaminare dagli echi della politica, dell’amore e della musica. Chiuderanno la serata e saluteranno l’edizione 2017 di Poesia Festival, i Beatbox, la cover band dei Beatles più famosa d’Europa che farà rivivere l’energia esplosiva del quartetto di Liverpool non solo con le note musicali ma anche con gli strumenti d’epoca e i vestiti dei quattro baronetti, nel cinquantesimo anniversario di “Sgt. Pepper”.

Sempre fra musica e parola si colloca anche la conversazione fra Morgan e il giornalista del Resto del Carlino Leo Turrini, prevista sabato 23 a Vignola.

Dallo scorso anno si rinnova l’appuntamento ‘al femminile’ con le autrici italiane di poesia: quest’anno, sabato 23 a Levizzano, toccherà a Silvia BreNina Nasilli e Luigia Sorrentino per la prima volta su un palco tutte insieme. Un’altra donna protagonista al Poesia Festival sarà Vivian Lamarque, sempre lo stesso giorno a Castelnuovo Rangone, poetessa in grado di toccare corde profonde e vive in tutti noi grazie al suo percorso dentro alle tematiche familiari.

Chiudiamo questa carrellata sulla manifestazione con un importante appuntamento intitolato “L’Alzheimer: la malattia, la cura, l’amore, la poesia”, che vuole indagare la dimensione sanitaria, sociale e anche poetica di un male dei nostri giorni. A questo incontro tra scienza e poesia, tra dolore e ricordi, parteciperanno il presidente della società italiana di Gerontologia e Geriatria, Marco Trabucchi, il giornalista Michele Farina, autore del libro “Quando andiamo a casa? Mia madre e il viaggio per comprendere l’Alzheimer. Un ricordo alla volta”,  Franca Grisoni, curatrice dell’antologia “Alzheimer d’amore. Poesie e meditazioni su una malattia” e i poeti Vivian LamarqueAlberto Bertoni e Davide Rondoni.

 

Programma delle iniziative dedicate a John Lennon:

Spilamberto, 24 settembre, Rocca Rangoni

15.30 
[In caso di pioggia gli appuntamenti di Spilamberto si terranno presso lo Spazio Famigli]

John Lennon. La musica, l’arte, la poesia

presentazione di: Immagina. Racconti, disegni e sogni di un genio

Conversazione con il curatore dell’antologia ANTONIO TAORMINA e il giornalista di La Repubblica MICHELE SMARGIASSI. Introduce Roberto Alperoli

Immagina raccoglie brani in prosa, poesie e disegni tratti dagli unici due libri pubblicati in vita da Lennon, scritti mentre i Beatles stavano diventando un fenomeno culturale planetario. Le sue pagine sono lo specchio attraverso cui addentrarsi in un mondo fantastico, grottesco, a volte malinconico, capace di accendersi di rabbia e tenerezza e di lasciarsi contaminare dagli echi della politica, dell’amore, della musica.

16.30 |IMMAGINA JOHN LENNON POETA E SCRITTORE

Lettura scenica di DONATELLA ALLEGRONICOLA BORTOLOTTIMICHELE DELL’UTRISIMONE FRANCIALINO GUANCIALEDIANA MANEAEUGENIO PAPALIASIMONE TANGOLO.

Testi tratti da Immagina, edizione italiana di In His Own Write e A Spaniard in the Works di John Lennon, traduzione e adattamento italiano di Donatella Franzoni e Antonio Taormina (ed. Il Saggiatore, 2016).

20.00 |THE BEATBOX in concerto

Per i 50 anni dall’uscita dello storico album Sgt. Pepper’s dei Beatles, la performance dei Beatbox si propone di far rivivere l’energia esplosiva e il fascino senza tempo del mitico quartetto di Liverpool: dalla strumentazione ai vestiti, niente è lasciato al caso per riportare sul palco la loro leggenda. La miglior cover band europea dei Beatles.

 

Promotori istituzionali: Unione Terre di Castelli, Fondazione di Vignola, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Comune di Castelfranco Emilia
Sostenitori: Regione Emilia-Romagna, Provincia di Modena
Con la collaborazione di Università di Bologna
Organizzazione: Ass. Laboratorio Musicale del Frignano
Sponsor: Gruppo Hera, Magni telescopic Handlers, Coop Alleanza 3.0, Gruppo Cremonini, Salumi Villani, Bper Banca, Aitec, Aton Green Storage.
Comitato scientifico Poesia Festival:
Roberto Alperoli (direttore)
Alberto Bertoni
Roberto Galaverni
Emilio Rentocchini
Andrea Candeli (direttore di produzione)

Per informazioni e dettagli sul programma http://www.poesiafestival.it

Ufficio Stampa MediaMente
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